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COSA FARE - COSA NON FARE

Nooo, ancora con il covid-19, un altro articolo? Breve veramente questa volta, solo per riassumere le impressioni,ma soprattutto i dati di fatto.



La speranza ….è che tutti comprendiamo…

Il titolo, “cosa fare e cosa non fare”, sembra dubitativo, ma non lo è , e se è chiaro a me perché non lo è per chi dovrebbe esserlo?

Siamo in trincea, anzi sono in trincea i sanitari, siamo giusti, e ancor una volta si richiama alla mente l’autorità costituita che giustamente, ora, stringe e pone divieti ,ma i controlli?

Le regole o gli assiomi fondamentali di comunicazione dicono che se le persone non hanno buon senso e non hanno osservato le misure cautelative di alcuni giorni fa, certo non si può pensare che non si debba con fermezza contrastare un atteggiamento di controllo che sul territorio funziona a metà, come sempre. Ci vien richiesto, giustamente di rivedere le “abitudini” di vita, per cui comunque ci vuole un po' di tempo, allora, chi non lo fa va fermato, non c’è dubbio, sull’intero territorio nazionale e transnazionale.

Anche questo è un punto, gli stati esteri che hanno taciuto dovranno anche loro adeguarsi da subito al sistema cinese, prima, coreano, poi, italiano ancora poi, altrimenti il circolo diviene vizioso.

Certo la resilienza è concetto, un modo di essere, un fatto, molto personale, frutto di storia di vita e di elasticità mentale, ma è sia personale sia collettivo sia, a volte, molto poco presente nei soggetti più a rischio, gli anziani, i bambini, da un punto di vista mentale, gli infermi, l’uomo comune che fa il superficiale o il fatalista, e potrei andare molto avanti.


La leadership, le caratteristiche in tempi di crisi

Sappiamo che un buon leader deve poter essere dotato di:

· ispirazione, stimola al cambiamento ed al miglioramento

· autorevolezza, credibilità e SENSIBILITA’, NEL creare fiducia

· apprendimento, la chiave per il cambiamento e lo sviluppo

· coinvolgimento , attraverso la COMUNICAZIONE di valori , obiettivi e strategie

· delega delle mansioni e della la libertà di prendere decisioni in relazione alle attività che gli stessi collaboratori sono chiamati ad effettuare

· equilibrio, con un atteggiamento pacato anche nelle avversità

· supporto, valorizzazione e visibilità del suo team

Si, certo, ma quando c’è una crisi c’è poco da scrivere….Quando c’è una crisi la leadership che vince e motiva è una leadership che sa trasmettere autorità ancor più che autorevolezza, fermezza, rassicurazione, che è quella che passa quando si percepisce che l’autorità può farcela, è capace, è forte, talora anche per me. Non mi aspetto che, da subito, l’autorità faccia scelte poco popolari e cosiddette antidemocratiche, ma non ci vuole molto a comprendere che, dopo un primo, brevissimo momento, la crisi è crisi.

Cosa fare? Si stanziano risorse, si costruiscono nuove strutture, si impiega sull’emergenza, questo il punto, perché sentire che questo si fa quando non è vero? Si tassa, volendo, si fanno scelte impopolari, e si tassa chi può, anche quei famosi vip che avendo soldi non fanno charity, o se la fanno la gente non lo sa, e invece dovrebbe saperlo. Ma come? I cittadini, che tanto hanno dato in termini di contributi, hanno rinunciato, a seguito della crisi, al denaro dovuto e l’hanno devoluto per la causa e il vip magari si fa pagare per uno spot? Ma dove siamo? No, siamo alle solite, a quella forbice sociale che si estenderà sempre di più se non si recupera quel valore fondamentale che è il vivere civile e che storicamente ha dato le fondamenta per il welfare.

Ancora, la comunicazione, e mi sta anche bene che si ripetano costantemente slogan su come comportarsi, ma non ho sentito , se non parzialmente, leader parlare con calma, fermezza e coraggio su quattro punti fondamentali del comportamento. Attenzione, con una comunicazione che dice di tutto e di più non si va da nessuna parte, la gente si confonde, gli sconsiderati non li fermi: anche solo per reazione si sono affollate Fregene, Ostia, il centro città, anche al Nord, anche a Milano!! Che dire poi delle ultimissime su Catania, ora che i decreti si sovrappongono e la crisi è conclamata al Sud, in Sicilia si va ancora al mare, ad affollare le spiagge! Allora ce l’andiamo a cercare…!!

Il monito grave va fatto alla persona e al suo senso di responsabilità, a chi dice di capire non avendo capito, a chi si affretta emotivamente a recuperare una normalità che tale non è, a chi reagisce negando, e qui il discorso si fa lungo.. purtroppo l’autorità dovrebbe proteggere anche da chi non comprende tutto questo, comunicando e agendo con fermezza, parlando di tempi limitati, ma dovuti, penalizzando chi non fa. Questa è la crisi vera!!

Tanti consigli ho sentito per distrarsi, per riorganizzarsi, molto belli, tanto già raggiungibili da chi ha una coscienza e una conoscenza, soprattutto di sé, tanto opachi per chi è opaco di sé, che per questo dovrebbe essere aiutato anche al di fuori dell’agire delle istituzioni.

Istituzioni che però devono affrettare smart working, informatizzazione, piattaforme telematiche a scuola, perché altrimenti si mettono solo “pezze”, e non si può chiedere all’utente e a chi lavora di mettersi in ferie o di mettersi in malattia, ma siamo alle solite.

Dobbiamo ri-organizzarci noi, sorridendo se possibile, ed è corretto, si deve poter frenare quando c’è chi non comprende, purtroppo. Non solo con messaggi del vip di turno anche fin troppo autoritario, come mi è capitato di vedere, ma con l’azione istituzionale stringente.

E ricordiamoci di chi è solo, di chi ci si sente, visto che non ci possono più essere cure che non riguardino il covid-19, ricordiamoci di tante fragilità che l’uomo ha e di cui deve rendersi conto, per farsi aiutare.

Brevi messaggi, fermi e calmi, magari ripetuti alle persone, soprattutto occorre fare e pianificare, normalizzando, per quanto possibile, la quotidianità.

Le risorse economiche vanno impiegate subito per rendere il più possibile fruibile il lavoro medico, vanno impiegate per garantire chi ha un regime di vita che non si può consentire di stare troppo tempo senza lavoro, questo è indubbio, per tutti, non solo per una categoria, i medici sono importanti, e d’altro canto il cittadino o si ri-organizza o va fermato, non c’è altro da fare né da comunicare, poi si guarderà al resto e si ricostruirà, come in guerra! Speriamo una guerra di brevissima durata…

A livello internazionale, un freno dovranno necessariamente porlo quegli stati che chiamerei “fatalisti”, come la Gran Bretagna in cui prevale una mentalità “aperta”, tutta loro, in cui il fatto economico è più importante di tutto e tutti, dove ancora le scuole non le chiudono, i cittadini vanno e viaggiano come sempre. Se non vogliono loro, chiudiamo noi, che senso ha avuto far viaggiare dal nord al sud in piena pandemia? Stiamo attenti!

Si parla di studi intensivi e dei primi molto validi risultati farmacologici con approntamento di vaccino, è una speranza concreta. Come avviso però in consulenza, decisamente vanno aboliti gli assembramenti anche di tre persone, il numero minimo, perché si crea un effetto “aereosol” in aere dannosissimo, quindi le passeggiate occorre saperle fare sempre e solo in solitudine, per i minuti necessari. “Stiamo a casa”, resta lo slogan incipit, il virus non si muove da solo, ma con le persone, ormai è chiaro.

Da italiani e con gli stessi flash mob abbiamo dimostrato che si può reinventare la vita, sempre seguendo il filo della riorganizzazione, il paese ha bisogno di unità, di sentirsi vicini anche stando lontani, in un abbraccio virtuale come la stessa Chiesa ha promulgato: è di oggi la notizia che anche i riti pasquali verranno celebrati a porte chiuse.


Andrà tutto bene

Vi ricordate il film “la vita è bella”?, lì la tragedia per i bambini soprattutto era veramente forte, abbiamo avuto un olocausto eppure la spinta a sorridere non manca, meno pessimismo più fermezza, questo il messaggio corretto da passare. E un plauso, oltre ai sanitari, andrà ai nostri poliziotti che devono poter fermare, controllare, vegliare, come da competenze istituzionali. Ben venga il piano di governo per venire incontro alle necessità economiche, poi avremo bisogno di altro per sanare, però ora, insisto meno pessimismo, ognuno di noi ha risorse da riscoprire per vivere nell’emergenza, ecco, lavoriamo sulle risorse, e lo potremo fare solo se la paura non ci blocca, mentalmente intendo.

I bambini, ecco, loro hanno necessità anche più di noi di reinventarsi con le piattaforme telematiche scolastiche, con i social, con i cartelloni, come ha fatto mia figlia e quando vuole mangiare qualcosa in più, come tutti noi, quando non sa bene cosa fare e dice “mi annoio”, ecco lì un film, la cyclette in casa, il lenzuolo su cui disegnare, e così via per tutti noi.

Se non siamo uniti sul reinventarci, e non solo per i bambini, sul normalizzare quello che va normalizzato, è chiaro che possiamo demoralizzarci, far affiorare paure che amplificano problemi pregressi, e ci si “ammala” di altro, non di virus.

Le reazioni dovranno essere di tutti, non sono poi semplicissime, ma semplici sì, se oggi non mi sento di appoggiare eventi, e faccio il caso del mio convegno, non ha senso che società anche illustri mettano in campo misure che possono ostacolare il compimento di eventi, convegno compreso, anche in futuro, è una mossa che parte a gamba tesa e acuisce le diversità, fomenta le discussioni, non porta a nulla, vanifica, sempre nel mio caso, due mesi di lavoro costante, sentito, voluto.

Ad oggi, le impressioni che ho raccolto, adulti e bambini, sono, da un lato una sorta di dilatazione del senso del tempo, dall’altra l’opportunità di una revisione. Sono aspetti collegati perché, per un minimo di revisione, il tempo non è sentito così lungo, se è così è perché si hanno difficoltà anche pregresse per una riorganizzazione e allora andiamo sui problemi che sempre ci hanno creato ostacoli: ridimensioniamo, se non come fattore aggiunto, il tema coronavirus, covid-19. È una delle diverse misure preventive dell’insorgenza di temi di insufficienza e/o depressivi. Un punto va tenuto fermo, sempre ci vuole tempo per riorganizzarci al meglio, però il fatto che lo facciamo è un aspetto prezioso.

Per gli “insegnamenti” di un periodo che ci ricorderemo possiamo anche rimandare: ad oggi, è bene coltivare quel senso di unità che dovrebbe, anche virtualmente, essere di aiuto, è bene vedere i cambiamenti messi in campo, i suggerimenti, possiamo scegliere tra quello che più oggi ci piace fare e che non abbiamo avuto il tempo di fare.



Al di là delle stime, si parla di aiuti, ecco, rimandiamo un po' le polemiche perché ad oggi le misure non sono così chiare e rassicuranti pensando che in realtà non è da molto che il lavoro ha avuto una contrazione, che ad oggi non c’è da allarmarsi. Nel tempo le misure dovranno adottarsi, magari con quella tranquillità che ad oggi non è pensabile poter avere. Nel frattempo, la solidarietà è importante, le persone più fragili sono importanti, la condizione dei bambini va resa il più gioiosa possibile, i sanitari hanno bisogno di strumenti idonei e di rinforzo, su questo non ci piove , e aspetto sempre che i “vip” o le società più fortunate facciano quel gesto di solidarietà di cui ancora non ho sentito parlare….Si sono mossi imprenditori di fama, e i calciatori, le loro “splendide” società multimilionarie? Le “personalità” di spicco del mondo dello spettacolo? Attendiamo il loro di supporto essenziale per la costruzione…e ricostruzione…

E mentre attendiamo, il caos delle ultime ore, il “picco” di casi italiani, in Lombardia, in Emilia Romagna, i casi c.d “anomali” della Corea, che poi sono recidive, qui il punto, sulle recide si dovrà essere ancora più fermi con i controlli, che finalmente ci sono.

Penso intanto ai media, alle immagini che scorrono, ai casi limite che vengono mostrati, ai servizi nei parchi, c’è confusione, le persone si fermano e intanto impazza l’idea, ma quando finirà? Sono momenti tesi, di alta tensione, e psicologicamente la persona peggiora condizioni preesistenti di scarsa fiducia e di scarsa consapevolezza, così tutto si amplifica. La futura pianificazione delle risorse lascia perplessi, chi le avrà, chi avrà i contraccolpi peggiori? Speriamo sempre di non rientrare tra le categorie più sfortunate quando ancora dovremmo stringerci nella solidarietà, nel positivo di questa triste crisi, e si può tranquillizzare avendo la lucidità di trasmettere positivamente notizie corrette ed eque di gestione delle risorse da parte di chi potrà incidere, parlando meno e meglio, facendo il meglio, con equità e correttezza, con i controlli, con la sicurezza che non siamo soli. E possiamo essere protetti…unica condizione per combattere lo stress di oggi. Trasmettendo messaggi chiari, di comprensione e di controllo: quello giusto, quello protettivo…

Dott.ssa Lorella Bruni

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